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Quando si parla di Lhasa, la prima cosa che viene in mente alla maggior parte delle persone è il personaggio di Heinrich Harrer, il confidente del Dalai Lama interpretato da Brad Pitt in “Sette anni in Tibet”. E molto spesso la seconda è: “Dove si trova Lhasa?”. Tutto questo non deve sorprendere: Lhasa è infatti una delle destinazioni meno visitate al mondo, soprattutto a causa delle grandi difficoltà che si riscontrano nel raggiungere la patria spirituale del buddhismo. Ogni momento passato nella Regione Autonoma del Tibet è meritevole di essere vissuto, in particolare per coloro che vogliono conoscere più a fondo il buddhismo e la cosiddetta “Rivoluzione Culturale”, attingendo direttamente alla fonte

Lhasa appare alla vista un po’ a sorpresa. Se si arriva in aereo dal Nepal o dalla Cina, la città vista dall’alto sembra un puntino bianco su una mappa. A coloro che vi giungono dal Nepal percorrendo l’autostrada dell’Amicizia o in treno da Xining in Cina, la città si presenta come un’oasi, come un un bicchiere d’acqua nel deserto.
Tutto intorno, il terreno è grumoso e asciutto. Niente erba, a malapena qualche albero in vista: l’unica tregua a questo arido spettacolo è concessa da un occasionale lampo di blu proveniente da un lago. È difficile immaginare un centro di fede e di vita nel bel mezzo di un territorio tanto ostile.

Lhasa, la capitale della Regione Autonoma del Tibet della Repubblica Popolare Cinese, si trova a un’altitudine di 3.650 metri.

Recarsi a Lhasa, uno dei centri abitati più alti del mondo, significa letteralmente avvicinarsi quanto più possibile al cielo senza lasciarsi alle spalle la civiltà: 9 delle 14 montagne più alte del globo (che superano tutte gli 8.000 metri) si trovano infatti qui in Himalaya. Tra queste, anche il monte Everest, conosciuto in tibetano come Qomolangma, che con i suoi 8.848 metri di altezza è la montagna più alta del mondo.

In senso più metaforico, il significato del nome Lhasa può essere tradotto come “Terra degli Dei”, che descrive molto bene la vicinanza al regno celeste della patria del buddhismo tibetano. Non solo l’altitudine, ma anche la posizione isolata in cui si trova Lhasa, nascosta tra i fianchi di grandi montagne, contribuisce alla sua immagine di luogo inaccessibile.

Il permesso speciale: il Tibet Entry Permit

Questo senso di inaccessibilità, è accentuato dalle difficoltà nell’ottenere i documenti necessari: per viaggiare nella Regione Autonoma del Tibet è infatti richiesto un permesso speciale, il Tibet Entry Permit, che può essere ottenuto soltanto tramite un’agenzia di viaggio riconosciuta e approvata dal Tibet Tourism Board (vedi a fondo pagina per ulteriori dettagli).


I requisiti per l’ingresso nel paese variano molto di frequente: generalmente, non vengono rilasciati a chi viaggia da solo; a volte è più semplice ottenere un permesso se si viaggia in coppia, a volte se si è un gruppo di cinque persone; a volte è richiesto un mix di nazionalità diverse; in alcuni casi si ottiene il permesso al primo tentativo mentre in altri è necessario fare richiesta più d’una volta; in qualche occasione invece dei viaggiatori solitari sono stati autorizzati a unirsi a un gruppo più grande. Inoltre, le agenzie di viaggio riconosciute sono tenute a organizzare un tour guidato e comunicare alle autorità l’itinerario del gruppo di cui si è parte. Sfortunatamente, ciò significa che un viaggio in Tibet non può essere organizzato a proprio piacimento e che l’unico modo per visitarlo è prendere parte a uno di questi viaggi organizzati, il che incide notevolmente sul prezzo. Essere un viaggiatore autonomo nella Regione Autonoma del Tibet è di fatto impossibile. Eppure, nonostante tutto, i motivi che rendono questo viaggio meritevole di essere intrapreso superano di gran lunga gli aspetti negativi.

Lhasa, 11:50 del mattino – c’è qualcosa che non va

Una delle strade principali di Lhasa

Due tratti solitamente associati al buddhismo permeano l’atmosfera della città: pazienza e autocontrollo. Questi, invece di trasmettere la sensazione di essere giunti in un luogo spirituale, sembrano piuttosto informare il visitatore riguardo il comportamento da tenere quando si visita Lhasa.

Osservando la città non limitandoti all’apparenza ma cercando di coglierne l’essenza, ti accorgerai che c’è qualcosa di indefinito che aleggia oltre le monotone facciate di vetro e cemento dei negozi, oltre i soldati cinesi di stanza pesantemente armati, tra i bazaar, sui tetti squadrati degli edifici e tra i tibetani che fanno girare le ruote della preghiera nel sole di mezzogiorno, sin dall’occupazione del 1949-50.

Un uomo con la ruota della preghiera

Esempi di volo dall’Italia a Kathmandu:

Dalla terrazza dell’hotel House of Shambhala, potrai osservare la città dall’alto. Non ti ci vorrà molto per renderti conto che a Lhasa c’è qualcosa che non va.

Lhasa, 13:15 – visita alla più famosa attrazione turistica della città

Dopo aver pranzato, recati al Palazzo del Potala. L’ex residenza estiva del 14esimo Dalai Lama è costruita all’interno del fianco della montagna, 130 metri sopra la città. Le sue mura rosse e bianche si innalzano ribelli a ricordare il contesto politico da cui il Dalai Lama è stato costretto a fuggire per recarsi in esilio permanente a Dharamsala nel marzo del 1595, dopo la brutale repressione delle manifestazioni dei tibetani per l’indipendenza e la libertà del paese.

Il Palazzo del Potala è stato la residenza ufficiale del Dalai Lama per oltre 300 anni, fino alla sua destituzione nel 1959.

È un miracolo che il Potala sia ancora in piedi, a differenza di molti altri simboli della cultura tibetana che vennero distrutti dai cinesi durante la cosiddetta rivoluzione culturale. Dal 1994 il palazzo, con le sue 999 stanze dislocate su 13 piani, è stato dichiarato monumento più importante della città e sito Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.

Le lampade a burro di yak aiutano a raggiungere l’illuminazione attraverso la meditazione

All’interno, è impossibile non notare il forte odore d’incenso e di lampade a burro accompagnato dall’incessante mormorio delle preghiere dei monaci. Innumerevoli statue del Buddha si trovano ovunque in pose differenti, ogni posizione del corpo e delle mani a simboleggiare una storia e un significato diverso.

Lhasa, 15:40 – osservare i buddhisti in preghiera mentre si è osservati a propria volta

La posizione ideale per ammirare il Palazzo del Potala in tutto il suo splendore è la centrale piazza di Barkhor, che ospita anche il tempio dal tetto d’oro di Jokhang, il più importante santuario e luogo di pellegrinaggio del buddhismo tibetano.

Vista del tempio di Jokhang dalla piazza di Barkhor
In preghiera di fronte al tempio

Nel pomeriggio, avrai a disposizione un po’ di tempo libero, per trovare un posto tranquillo con vista sulla piazza e osservare i fedeli in preghiera di fronte all’ingresso principale del tempio ripetere ad oltranza gli stessi movimenti: prima inginocchiarsi, poi giacere a pancia in giù e poi allungare la punta delle dita in avanti. Mentre guardi i movimenti ripetuti della meditazione, ti si rivelerà una nuova consapevolezza della pace, della calma e dell’introspezione della fede buddhista, in contrasto con l’assurdità delle guardie armate posizionate lungo i tetti con vista sulla piazza.

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Lhasa, 5 del pomeriggio – come si svolge un acceso dibattito a Lhasa

Dopo la serenità del tempio di Jokhang, l’impatto con il monastero di Sera è un po’ uno shock. Il frastuono dei tibetani si ode già dalla distanza. Nel cortile interno del tempio principale, circa un centinaio di monaci buddhisti avvolti in indumenti color zafferano discutono animatamente battendo violentemente le mani l’uno in direzione dell’altro e scattando in avanti con una tale ferocia che sembra siano sul punto di passare alle mani.

In realtà, quello che sembra un mix di combattimento corpo a corpo e veemenza oratoria è una forma di dibattito praticata dai monaci del posto, ed è talmente elaborata da essere considerata una forma d’arte. Queste pratiche fisiche e verbali vengono talvolta eseguite con la massima serietà oppure sono accompagnate da scoppi di risa, a volte da enfasi e altre da aggressività, ma hanno tutte lo scopo di creare un contesto nel quale poter esprimere le proprie opinioni ed emozioni.

Lhasa, 19:35 – è l’ora di una cena in centro

Carne in vendita su un banco nelle vicinanze della piazza di Barkhor

Passa la serata calandoti nell’atmosfera di uno dei ristoranti del centro presso la piazza di Barkhor, come l’eccezionale Makye Ame Tibetan Restaurant, che offre anche una fantastica vista del tempio di Jokhang. Un altro punto di osservazione privilegiato è lo Snowland hotel, che garantisce al contempo un’ottima cucina e probabilmente la miglior vista sul centro storico dalla terrazza sul tetto.

Lhasa, 9 di mattina – l’importanza della colazione

Il pasto più importante della giornata acquista un’importanza ancora maggiore a questa altitudine. Inizia la tua giornata in puro stile tibetano con un tè dolce accompagnato da un Thukpa o un Tsampa: il primo è una zuppa di noodles tipica della regione, il secondo un purè di acqua e cereali che sembra abbia la proprietà di aumentare la resistenza all’aria rarefatta dell’altopiano.
Se vuoi mangiare in compagnia della gente del posto, chiedi alla guida di portarti presso la sala da tè Guang Ming Gang Qiong Tian ChaGuan, poco distante dallo Snowland hotel. Se invece sei alla ricerca di un caffè squisito, visita il Greenhouse Café, un locale leggermente alla moda appena girato l’angolo.

Lhasa, 10:15 di mattina

Ruote della preghiera in vendita

Dopo colazione arriva il momento di mettersi in moto, c’è un molto da fare durante il tuo secondo giorno: il programma prevede una visita al palazzo di Norbulingka, ex residenza estiva del Dalai Lama, e al museo del Tibet; per poi proseguire in auto fino alle vicine incisioni rupestri di Chagpori.

Lhasa, 13:05 – un pranzo leggero

Consuma un pranzo leggero presso il Father Vegetarian: è piccolo ma confortevole e la cucina consiste in varianti vegetariane dei piatti tradizionali tibetani.

Lhasa, 14:20 – un viaggio per il corpo e la mente

Nel pomeriggio si visita Drepung, il più grande monastero del Tibet, un complesso affollato di sacre immagini buddhiste raffiguranti numerose manifestazioni e reincarnazioni, seguite da una visita al Buddha di Nietang. La rappresentazione più impressionante del Buddha si trova 20 km a Sud-ovest di Lhasa: scolpita nella roccia e dipinta di arancione, blu e oro scintillante, è alta quasi dieci metri. Un luogo dove lenire le fatiche di mente e corpo, la conclusione perfetta di una giornata dedicata alle visite spirituali.

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Lhasa, 18:30 – cena in stile casalingo

Se vuoi cenare secondo lo stile tradizionale, puoi trovare del buon cibo e una bella atmosfera al Tibetan Family Kitchen: il nome calza a pennello, dato che qui ti sembrerà di trovarti a cena in una casa privata. Se invece preferisci qualcosa di meno rustico, l’Arirang Barbeque City offre un menu coreano ricercato e gustoso.

Lhasa, 21:00 – lo yoga facilita la digestione

In Tibet troverai anche un certo numero di viaggiatori che credono un po’ ingenuamente di conoscere già il posto, in quanto avvezzi a viaggiare in Nepal e India. Questa categoria rimane perplessa nello scoprire che nel centro spirituale del Tibet non è presente un’ampia selezione di corsi di yoga a cui partecipare durante la sera. A Lhasa a quanto pare, il tempo scorre un po’ più lentamente.

Monaci a passeggio

Detto questo, è comunque possibile praticare le asana (le posture di alcune forme di yoga), ma i corsi sono un po’ più rari. Se sei interessato a seguirne alcuni, puoi recarti all’Iridium Yoga Pilates Studio o al St. Regis Lhasa Resort. Se invece vuoi sperimentare il metodo tradizionale, prova a bussare alle porte dei monasteri buddhisti: assicurati però di armarti di tempo e di pazienza dato che, sebbene a volte i visitatori vengano autorizzati ad entrare, non c’è nessuna garanzia che ciò accada.

Informazioni utili per viaggiare a Lhasa

Informazioni e consigli del Ministero degli esteri britannico: “Viaggiare in Tibet è sostanzialmente possibile, ma si riscontrano sempre restrizioni temporanee o di viaggio che generalmente non vengono rese pubbliche.”

  • Agli stranieri è richiesto un permesso speciale per viaggiare attraverso la Regione Autonoma del Tibet. Il permesso speciale per i turisti (conosciuto come Tibet Travel Permit o Tibet Entry Permit) è rilasciato dall’ufficio del turismo a Lhasa.
  • Il permesso speciale può essere ottenuto solamente tramite un’agenzia turistica riconosciuta dal Tibetan Tourist Board. Il permesso di viaggio non è rilasciato a singoli viaggiatori. I viaggiatori dovranno viaggiare in gruppo (di almeno cinque persone), il quale verrà formato dall’agenzia di viaggio riconosciuta nel caso in cui il numero di membri del gruppo iniziale sia inferiore al numero richiesto.
  • Per ottenere il permesso speciale è obbligatorio presentare una copia del passaporto e del visto per la Cina, oltre a informazioni riguardanti la propria professione. Secondo il Tibetan Tourist Board, il tempo necessario a valutare la richiesta varia solitamente da cinque a sette giorni lavorativi.
  • L’agenzia di viaggio riconosciuta dal Tibetan Tourist Board con la quale viene effettuata la prenotazione fornirà i mezzi di trasporto e le guide turistiche per tutto l’itinerario di viaggio.
  • Scalatori, giornalisti, viaggiatori d’affari e persone in visita ai propri familiari sono soggetti a diverse regolamentazioni, le quali dovranno essere richieste alle autorità cinesi di riferimento.

Foto di © Maria Menzel

Nota: I prezzi si riferiscono a ricerche effettuate su KAYAK.it in data 28.07.2017. I prezzi sono indicati in EUR. I prezzi dei voli si basano su risultati di ricerche per voli di andata e ritorno in classe economica. I prezzi per pernottamento in hotel si riferiscono al costo di base per una camera doppia. I prezzi possono cambiare o non essere più disponibili.

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